Robotica e automazione dei processi produttivi: efficienza ed incremento dell’occupazione

Il nuovo studio dell’INAPP – Istituto Nazionale per l’Analisi delle Politiche Pubbliche- che si occupa di analisi, monitoraggio e valutazione delle politiche economiche, sociali e del lavoro, nonché dei settori dell’istruzione e della formazione professionale con l’obiettivo di contribuire allo sviluppo scientifico, economico e sociale del Paese, sorprende con i suoi risultati circa l’incremento dell’occupazione e il miglioramento della sua efficienza dovuta alla robotica e automazione dei processi produttivi.

Robotica e automazione dei processi produttivi: efficienza ed incremento dell’occupazione – Sistema Generale

Nel periodo di riferimento che va dal 2011 al 2018, infatti, questo studio effettuato in partenariato con l’Università di Trento e l’Istituto di Statistica della Provincia di Trento ha dimostrato come non si sia verificato il paventato pericolo di sostituzione da parte dei robot industriali dei lavoratori “umani” ma, al contrario, determinato un aumento di quasi il 50% in poco meno di dieci anni di tutte quelle figure professionali che, invece, si occupano della programmazione, dell’installazione e della manutenzione dei robot.

L’efficienza ed incremento dell’occupazione dovuta alla robotica e automazione dei processi produttivi

Da questo risultato emerge anche una interessante valutazione coerente con l’idea secondo cui all’investimento da parte delle imprese per la robotizzazione dei processi produttivi, corrisponde un incremento del numero di lavoratori che svolgono le attività complementari, determinando una ulteriore intensificazione delle occupazioni routinarie di tipo cognitivo, fenomeno conosciuto con il nome di “reinstatement effect”.

Questa analisi, presentata al “Firms and Workers at the Crossroad: Automation and Market Power” a conclusione del progetto di ricerca finanziato dalla Fondazione Caritro di Trento, rivela la natura complessa della relazione esistente tra robotizzazione e dinamiche del mercato del lavoro, stabilendo come, oltre a generare un incremento dell’indotto delle figure tecnico specialistiche, ci sia una significativa riduzione del “peso” relativo delle occupazioni che prevedono un intenso impegno fisico del lavoratore stesso.

Durante l’evento il Presidente dell’INAPP Sebastiano Fadda ha ben spiegato come “non bisogna avere paura dei robot, che possono costituire più un’opportunità che uno svantaggio per il mondo del lavoro. I robot già ora rendono il lavoro più efficiente e al tempo stesso esonerano le persone da compiti ripetitivi, poco qualificanti e usuranti, permettendo loro di occuparsi di mansioni più gratificanti e produttive”.

Ma se della robotica inserita nei processi produttivi non bisogna (necessariamente) avere paura, è anche vero che risulta essere necessario instaurare un piano di riqualificazione delle figure professionali interessate ed associate all’automazione e all’uso della cosiddetta intelligenza artificiale, per non creare un conflitto tra lavoratori e robot.

Francesca Tesoro

Le figure professionali più richieste: spazio ai Comunicatori

Per i giovani si avvicina il momento di scegliere il percorso formativo universitario per prepararsi al meglio ad entrare nel mondo del lavoro, così diventa veramente un ottimo spunto di riflessione lo studio appena pubblicato da Tutored che ha lanciato la prima edizione dell’Osservatorio Nazionale sul recruitment online che riguarda i giovani laureati italiani, facendo emergere la grande richiesta dei cosidetti Comunicatori.

Le figure professionali più richieste: spazio ai Comunicatori – Sistema Generale

Tutored è una startup che si propone come nuovo punto d’incontro digitale per studenti universitari e neolaureati con oltre cento aziende e multinazionali dando l’ulteriore possibilità di consultare approfondimenti specifici per orientare il proprio percorso professionale, di prendere parte a webinar formativi e incontri virtuali direttamente con i recruiter delle aziende partner organizzati dalla stessa piattaforma, creando una attività di recruiting basata su avanzati strumenti di analisi dei candidati ritenuti target.

La prima edizione dell’Osservatorio Nazionale sul recruitment online di Tutored pubblica  il quadro delle figure professionali più richieste

 

L’Osservatorio Nazionale sul recruitment online ha considerato i dati raccolti nell’intero anno 2020, degli oltre 500.000 studenti iscritti alla piattaforma e delle interazioni che hanno generato più di 87.000 candidature, facendo emergere le figure professionali più ricercate dalle aziende.

Al giorno d’oggi, anche per il mutamento generale del mondo del lavoro, il settore aziendale e le attenzioni dei recruiter sono orientate all'”Informatica, Tecnologia e Ricerca & Sviluppo”, alle aree del “Commerciale, Vendite, e Pubbliche Relazioni”, della “Comunicazione e Marketing” e della “Consulenza”, ciascuna con peso pari al 10%.

Restano alte le percentuali di annunci relativi alla materie Stem, per arruolare ingegneri per un 38.9%, economisti nella misura del 31.2%, matematici, fisici e statistici per il 10.2%, facendo “scivolare” i laureati in studi umanistici, scienze politiche, contabilità finanza e banking, risorse umane, architettura e design e giurisprudenza in fondo alla classifica delle percentuali che non arrivano all’8%.

Accanto al percorso strettamente formativo, sono fondamentali le soft skills, prima tra tutte quelle legate alle capacità relazionali e di comunicazione, di problem solving, di team working e di organizzazzione, nonché l’immancabile, ormai, conoscenza delle lingue straniere, prima tra tutte l’inglese che viene richiesta ad un livello abbastanza alto in almeno il 54% degli annunci pubblicati.

Francesca Tesoro

Maturità 2021: prove orali per 540.000 studenti

Con i primi studenti chiamati a sostenere la prova orale dell’esame di stato da mercoledì 16 giugno, è iniziata la Maturità 2021 per 540.000 studenti delle scuole superiori italiane.
Anche quest’anno l’esame di stato, tempo di passaggio e primo grande esame della vita dei giovani, sarà svolta con una maxi prova orale in sostituzione delle classiche prove scritte e colloquio finale.

Per quanto la pandemia abbia accelerato il percorso di cambiamento dell’esame di stato, già con il Decreto Legislativo n.62 del 2017 – uno degli otto decreti attuativi della L. 107/2015 conosciuta come “Buona Scuola” – era stata avviata la riforma della prova conclusiva delle scuole superiori, con l’obiettivo di semplificare le prove e dare maggior peso al curriculum scolastico degli alunni.

540mila studenti chiamati alla Maturità 2021 con la prova orale interdisciplinare

Il maxi orale, della durata di sessanta minuti, impegnerà gli studenti con una interrogazione strutturata in diverse fasi per accertare il profilo culturale, educativo e, ove previsto, professionale degli studenti, discutendo difronte le rispettive commissioni formate da un presidente esterno e sei membri del proprio consiglio di classe.

Il colloquio rafforzato inizierà per tutti con l’esposizione dell’elaborato creato sull’argomento che è stato assegnato ad ogni studente dal consiglio di classe nel corso dell’anno sulla base del percorso svolto e delle discipline caratterizzanti l’indirizzo di studi frequentato, affiancato dalle altre discipline scolastiche ed esperienze e competenze trasversali nonché individuali dello studente.

Maturità 2021 – Sistema Generale

Terminata questa prima fase, l’esame continuerà con la discussione interdisciplinare che inizia da un testo appartenente all’insegnamento di lingua e letteratura italiana con l’analisi di materiali predisposti dalla commissione per arrivare a trattare i nodi concettuali delle diverse discipline scolastiche.
Anche i percorsi per le competenze trasversali e l’orientamento, i famosi PTCO ovvero il percorso ex alternanza scuola-lavoro, saranno oggetto della discussione come lo saranno le competenze e le conoscenze dell’educazione civica.

Ottime le percentuali di ammissione che sfiorano il 97% del totale degli studenti, considerando che quest’anno è tornato il pauroso scoglio dell’ammissione all’esame sospeso per l’anno scolastico precedente e, si spera, che siano altrettanto alti i dati delle promozioni.
Insomma, è l’ora di diventare (un po’ più) grandi ragazzi! E in bocca al lupo!

Francesca Tesoro

Istituti Tecnici Superiori: il nuovo passe-partout per i giovani

Gli Istituti Tecnici Superiori (ITS) sono stati introdotti dal Dpcm del 2008 con la riforma della scuola e rappresentano, ormai, in modo consolidato un passe-partout per i giovani nel mondo del lavoro, forse anche più delle Università. Percorsi di Istruzione Terziaria di eccellenza e ad alta specializzazione tecnologica post diploma, rappresentano la sinergia e l’integrazione della formazione con il lavoro con le politiche industriali prevedendo percorsi formativi riferiti alle aree tecnologiche considerate prioritarie per lo sviluppo economico e la competitività del Paese.

Con un bacino di iscritti che si aggira intorno ai ventimila studenti di cui “solo” 3.761 si sono diplomati nel 2019, rappresentano un ottimo trampolino di ingresso nel mondo del lavoro per i giovani.

Il miglior modo per i giovani per accedere al mondo del lavoro: gli Istituti Tecnici Superiori

Il monitoraggio annuale effettuato dal MIUR e INDIRE ha dismostrato come, nonostante la pandemia e il lockdown, l’80% dei diplomati degli ITS ha trovato lavoro entro un anno dal diploma e, dato ancor più sorprendente, nel 92% dei casi l’impiego è stato una prosecuzione naturale del persorso “aula-onthejob” svolto dagli studenti. Il 60% dei contratti che hanno impegnato questi diplomati, sono nella maggiorparte dei casi a tempo indeterminato o in apprendistato, quindi, da ritenersi assolutamente stabili anche grazie all’Industria 4.0.

Istituti Tecnici Superiori: il nuovo passe-partout per i giovani – Sistema Generale

Il punto di Forza degli Istituti Tecnici Supriori è sicuramente la flessibilità organizzativa e didattica, il 41% delle ore del percorso formativo vissuto in stage e il 27% nei laboratori, nonché il fondamentale partenariato instaurato con 83 Fondazioni Its che fanno da anello di congiunzione tra la scuola e il mondo del lavoro.

Nonostante il mondo del lavoro, in via generale, si sia dovuto scontrare con la pandemia, la richiesta di super-tecnici da parte delle imprese italiane, in realtà, non è diminuita andando in contro tendeza soprattutto in quei settori chiave come il metalmeccanico, la moda, il legno arredo, il chimico-farmaceutico, dove all’alto tasso di domanda di personale specializzato non è stato possibile reperire soggetti qualificati e formati per ricoprire le posizioni vacanti.

La considerazione che viene riservata – dalla scuola, dalle famiglie e dai ragazzi – a questi istituti superiori post diploma non è ancora quella giusta, considerato che forniscono tantissime e validissime opportunità ai nostri giovani, soprattutto per accedere direttamente al mondo del lavoro, dove si stima che alle imprese servano quasi ventimila diplomati ITS ed invece, ogni anno, ne arrivano poco meno di cinquemila.

Francesca Tesoro

Pandemia e Lavoro: la grande crisi degli Autonomi

La pandemia non ha solo cambiato il nostro modo di vivere, di comportarci e di rapportarci con gli altri, ma ha cambiato soprattutto il mondo del lavoro e la situazione lavorativa di molte categorie. L’effetto combinato tra Covid-19, crollo dei consumi e delle richieste di servizi in modo trasversale, ha determinato una vera e propria crisi degli Autonomi.

Proprio i lavoratori autonomi, i lavoratori occasionali e i piccoli operatori economici, i precari e liberi professionisti titolari di Partite IVA e, più in generale, i lavoratori indipendenti, sono coloro i quali hanno subito il peggior scotto di questa “nuova era” e della crisi generata dalla pandemia.

I dati della Banca d’Italia del 2020 e i Rapporti Istat del 2021 che riguardano trasversalemente il lavoro non dipendente, sono davvero pessimi e preoccupanti. Parliamo di lavoratori che rappresentano una platea decisamente estesa del mondo del lavoro e che, senza politiche mirate e non avendo a disposizione nessuna forma di garanzia, si sono ritrovati letteralmente scoperti.

Pandemia e Lavoro: la grande crisi degli Autonomi – Sistema Generale

La pandemia, del resto, ha inferto colpi terribili e falcidiato il comparto del lavoro autonomo con numeri da capogiro che con la crisi del 2008-2009 aveva subito un drastico ridimensionamento stimato per il decennio 2010-2019 nel -6,7%, mentre invece, a causa della pandemia, ha già registrato in un solo anno il saldo negativo del 6,8% perdendo una cifra di circa 355mila occupati. Parallelamente, bisogna considerare che anche i dati delle nuove aperture di partite Iva sono estremamente contenute – meno 15% nel 2020 rispetto l’anno precedente – e il fatto che, ad oggi, una su quattro è stata definitivamente chiusa.

La grande crisi degli Autonomi e del mondo del lavoro indipendente determinata dalla Pandemia

I dati assumono tinte ancora più drammatiche se si ragiona seguendo i parametri geografici, accorgendosi, dunque, che nel Mezzogiorno il calo del lavoro indipendente è addirittura di due punti percentuali più altri rispetto la media nazionale che si attesta al -22,5%.

Per quanto l’intero sistema economico occupazionale sia stato investito da questa inaspettata pandemia, sono decisamente i lavoratori autonomi ad averne pagato le conseguenze maggiori, occupando in maniera preponderante l’area critica del mercato lavorativo.

Probabilmente, l’assenza di un sistema fatto di protezioni e garanzie per queste categorie salariali, non è riuscita ad evitare una vera e propria emorragia, nonostante gli interventi governativi abbiano cercato di sostenere il lavoro indipendente, dimostrando ancora una volta l’inadeguatezza di un sistema che non garantisce a tutti i lavoratori le stesse tutele e che necessita di seri ed urgenti interventi di riforma.

Francesca Tesoro

Soul: un film di animazione che ci insegna il vero senso della vita

 

New York, giorni nostri. Joe Gardner è un uomo di mezza età e insegnante di musica delle scuole medie, completamente concentrato sul suo sogno di voler diventare un jazzista famoso, in attesa della occasione che lo renda definitivamente celebre.
Quando finalmente l’occasione arriva e riesce ad ottenere e superare il provino nella band della nota jazzista Dorothea Williams, Joe si esalta al punto tale che, rincasando, distratto per la felicità cade in un tombino, finendo in coma.
Nel giorno più bello della sua esistenza, mentre il suo corpo resta inchiodato in un letto di ospedale, la sua anima finisce nell’Anzitempo dove le nuove anime non ancora nate sviluppano personalità, interessi e manie prima di andare sulla terra. Joe, non volendo proprio morire e pretendendo di tornare sulla terra per vivere il sogno della sua vita, fa un patto con Jerry, consulente dell’ispirazione delle anime, diventando il mentore di 22, anima millenaria che ancora non è riuscita a staccare il pass per la terra rifiutandosi di trovare il suo scopo nella vita. Rispediti sulla terra, però, 22 finisce nel corpo di Joe mentre il musicista in quello di un gatto e così, per ritornare nell’Anzitempo e risistemare le cose, l’insolita coppia Joe-22 riuscirà a scoprire proprio quello che mancava ad ognuno dei due.

Prodotto della Disney Pixar che, a causa della pandemia non è mai uscito nelle sale cinematografiche ma direttamente sulla piattaforma streaming della stessa Disney, è figlio di Pete Docter e Kemp Powers, registi e sceneggiatori già di “Inside Out” e “COCO”, ricevendo pareri estreamamente positivi dalla critica per la storia, l’animazione e la colonna sonora, vincendo due premi Oscar nel 2021 per Migliore Film di Animazione e Migliore Colonna Sonora.
Nonostante sia un film di animazione dedicato (non proprio) ai più piccoli, è in realtà veicolo di tematiche molto profonde che possono comprendere soltanto gli adulti.
Soul” dimostra come l’ambizione possa essere una cosa positiva, ma non l’unico significato della vita stessa, così come l’accanimento che diventa l’ossessione di una vita, porta le persone a credere che questi siano gli unici modi per potersi sentire appagati, scoprendo poi che non è assolutamente così. Nella storia viene anche fatta satira sui mentori che spesso le persone scelgono e che, per quanto possano essere illustri, non sono probabilmente (tutto e solo) quello di cui abbiamo bisogno fino in fondo per realizzarci. Di conseguenza, Joe – oltre ad essere il primo protagonista afroamericano di un film Diseny Pixar – diventa l’unica “persona” in grado  di aiutare 22 a scegliere chi voglia diventare nella sua vita terrena. Di contro l’anima eternamente indecisa di 22 riesce a personificare nel periodo in cui vive nell’anima di Joe tutto quello che lui stesso non era stato in grado di fare – guardate con estrema attenzione il colloquio con la madre del musicista!-.

La pellicola è  da considerarsi assolutamente un bellissimo percorso di riflessione e scoperta (anche) esistenziale intriso di considerazioni sul senso della vita e sulla persona che ogni essere umano vorrebbe diventare, sul valore che diamo alle cose, alle persone e alle situazioni, sempre troppo presi dal dover diventare quello che non per forza è davvero il nostro desiderio, piegandoci inconsciamente al principio dell’assecondare gli altri più che noi stessi.
Le abilità dei singoli protagonisti tanto nella vita reale che nell’Anzitempo, il sentimento delle loro convinzioni, il senso di ispirazione che trasuda dalla storia di ognuno di loro, diventano un ancoraggio a qualcosa che ogni giorno, soprattutto noi adulti, dimentichiamo: l’importanza del mettersi in gioco e il valore di vivere ogni giorno con passione, gustandoci ogni più piccola cosa senza sprecare nemmeno un istante, senza farci spaventare da quello che ci circonda.

 

Francesca Tesoro

Area ex Falck: la Milano del futuro

A Sesto San Giovanni, nella periferia nord della città di Milano, sorge l’area della ex Falck una delle più vaste aree industriali dismesse d’Europa. Nel vecchio impianto siderurigico fermo dal 1995 e classificato come Sito di Interesse Nazionale (SIN), le officine meccaniche, i forni di fusione, le torri dell’acqua e tutte le strutture sono rimaste come scheletri scoperti che ora potranno risorgere.

Grazie al mastodontico piano di riqualificazione della zona, al progetto disegnato dallo studio Foster+Partenrs e al masterplan firmato Norman Foster, al nuovo assetto di Milanosesto che detiene la proprietà del sito, Prelios che si occupa del project management e il gigante immobiliare americano Hines che ha già coinvestito con la Cale Street 500 milioni di euro, si prevedono grandi cambiamenti.

Riqualificazione Area Ex Falck – Sistema Generale

Con un investimento totale di due miliardi di euro e un cantiere che in quindici anni stravolgerà interamente la zona, la bonifica e riqualificazione dell’ex Falck rappresenta la più grande mai realizzata non solo in Italia ma in Europa, anche per tutto l’indotto lavorativo che impegnerà più di tremila operai ed oltre quaranta società di architettura e progettazione.

La Milano del futuro e la conversione dell’area della ex Falck

Un nuovo parco di 45 ettari che caratterizzerà tutta l’area integrandosi con le strutture, un centro direzionale destinato al mondo bancario, la Città della Salute con la riunione dei poli del Neurologico Besta e l’Istituto dei Tumori, costruzioni residenziali, uno studentato per quasi duemila studenti, un viale ampio 27 metri ideato per passeggiate ed esercizi commerciali, spazi culturali e museali, la nuova stazione ferroviaria progettata da Renzo Piano, un hotel, una parte dell’ospedale San Raffaele e un triennio della sua università, 15 chilometri di piste ciclo-pedonali, diventeranno il nuovo volto futuristico della zona.

Pochi giorni fa si è aperto il primo cantiere che ha ufficialmente dato avvio alla riconversione dell’area con l’inizio dei lavori della stazione che con la sua nuova infrastruttura ricucirà Sesto San Giovanni e sarà consegnata alla cittadinanza nel giugno 2023, proseguendo poi con il nuovo svincolo della Tangenziale Nord.

La Milano del futuro parte da qui, come una fenice pronta a spiccare il volo dalle strutture dell’ex Falck.

Francesca Tesoro

Esame Avvocato 2021: due prove orali

Con decreto legge n. 31/2021 pubblicato sulla G.U. n. 62 del 13 marzo, è stata approvata la nuova modalità per lo svolgimento dell’Esame di Avvocato 2021 che, per le necessarie misure urgenti, dipendenti anche dalla situazione epidemiologica, verrà svolto attraverso due prove orali in sostituzione delle storiche tre prove scritte e l’orale finale.

La ministra della Giustizia Marta Cartabia, firmando il provvedimento a poche ore dalla conversione del decreto legge, ha dichiarato che tale modifica ha rappresentato “un grande sforzo collettivo e un bellissimo esempio di unità nell’interesse dei nostri giovani” per i quali si è “voluto consentire a così tanti giovani di non rinviare oltre un appuntamento così importante ed atteso per la loro vita”.

Esame Avvocato 2021 – Sistema Generale

A seguito dei vari rinvii e nonostante fossero state fissate le prove scritte per il mese di aprile 2021, la situazione ha imposto una modalità alternativa, comportando in via eccezionale e per il solo 2021 che l’esame di stato per l’abilitazione all’esercizio della professione di avvocato venisse svolto attraverso un orale rafforzato.

Esame Avvocato 2021 due prove orali al posto degli scritti per la situazione epidemiologica

La prima prova, già in programma a partire dal 20 maggio 2021, vedrà i candidati impegnati in una prova da sessanta minuti dove i primi 30 saranno dedicati all’esame preliminare di un quesito di diritto civile, diritto penale o diritto amministrativo, con la possibilità per i partecipanti di consultare codici commentati con la giurisprudenza, leggi e decreti dello stato. I secondi 30 minuti saranno dedicati alla discussione orale, a conclusione della quale la commissione comunicherà l’esito della prova.

La seconda prova orale avrà una durata di massimo 60 minuti, da svolgersi almeno trenta giorni dopo la prima, sarà dedicata alla discussione degli istituti e procedure attinenti alle cinque materie scelte dal candidato tra diritto civile o penale, tra diritto processuale civile o diritto processuale penale, una a scelta tra i diritti costituzionale, amministrativo, tributario, commerciale, lavoro, dell’Unione Europea, internazionale privato ed ecclesiastico, senza dimenticare la materia non opzionale dell’ordinamento forense e dei diritti e doveri dell’avvocato.

In bocca al lupo a tutti i candidati!

Francesca Tesoro

“Reinventati nel business con 7 strategie di successo” di Guido De Stefano

Guido De Stefano, laureato in Economia e commercio, è un commercialista, practitioner pnl, business coach ed esperto nella gestione aziendale e di team, in grado di affiancare a sostenere imprenditori, manager e professionisti che vogliono reinventare il loro business e se stessi per raggiungere risultati nuovi e più ambiziosi, ritrovando, se necessario, fiducia nel futuro, passione ed entusiasmo.

É l’autore del volume “Reinventati nel business con 7 strategie di successo” edito dalla MIND Edizioni ed è uno scrittore, diretto ed immediato, che con estrema chiarezza fa luce su un argomento ostico: il cambiamento nel mondo imprenditoriale.

Libro con già qualche anno sulle spalle, si è dimostrato in realtà estremamente valido e contemporaneo.
Valido per il contenuto di altissimo profilo, contemporaneo perchè siamo tutti consapevoli di quello che stiamo vivendo e, trovare scritto nero su bianco, una serie di problematiche più che attuali e soprattutto degli spunti di reale esempio, applicabili e praticabili, fanno percepire nuovamente quel senso di speranza a cui ci stiamo disabituando.

Fare impresa nel nostro paese ha sempre significato scontrarsi con burocrazia e e lungaggini che, in periodo di crisi finanziarie ed economiche globali, sono ulteriormente aumentate, generando un sistema di crolli imprenditoriali ed aziendali un po’ in tutti i settori, sfociando in fallimenti, chiusure e licenziamenti dei dipendenti.
In questa sistuazione, ci sono stati imprenditori, manager e professionisti che hanno “mollato” finendo per subire in modo rassegnato la situazione, perdendo fiducia nelle proprie capacità e la determinazione che sono gli elementi più importanti per avviare, gestire e mantenere una qualsiasi attività imprenditoriale.
Altre realtà aziendali ed imprenditoriali, liberi professionisti o piccolissimi imprenditori hanno invece ottenuto grandi risultati non solo economici, ma riuscendo a diventare esempi di eccellenza nazionali o internazionali.

Come è stato possibile?
Per la loro capacità di volersi e sapersi innovare dal punto di vista della produzione e dei processi operativi, facendo delle nuove tecnologie l’arma fondamentale, accogliendo e “cavalcando” il cambiamento, investendo in ricerca e innovazione, superando schemi obsoleti, dimostrando di poter fare business nonostante le avversità e la crisi (non solo) economica, rispondendo alla necessaria esigenza di reinventare le attività e il sistema produttivo.
Di fronte alla necessità di trasformarsi, chi non è riuscito a farlo, si è ritrovato incastrato nella crisi, non riuscendo a comprendere che nelle fasi di trasformazione non ci sono solo problemi ma, al contrario, possono esserci grandi ooportunità.
Pensiamo come oggi, sia possibile avviare una attività di impresa in maniera rapida ed automatizzata, non fermandosi alle disponibilità materiali e finanziarie, perchè grazie alle tecnonlogie in possesso ormai di chiunque, si possono condividere relazioni e mettere in rete esperienze, risorse, business, idee, attività imprenditoriali (e questo è assolutamente il lato più bello della globalizzazione!).
La realtà dei fatti è che non bisogna subire la realtà ma essere in grado di trasformarla passo dopo passo, senza mai fermarsi e con grande determinazione, rimanendo fedeli e coerenti a sé stessi e agli altri, senza mai dimenticare gli obiettivi che vogliamo raggiungere e che, per perseguirli, ci vuole necessariamente un po’ di flessibilità.

Per mettere in pratica queta trasformazione ed essere in grado di calvalcare il cambiamento, Guido De Stefano è stato bravissimo nell’enucleare sette strategie – dedicando ad ognuna di esse un capitolo specifico – per reiventare il business e sé stessi, analizzandole in modo analitico e schematizzando le differenti aree di intervento per diventare consapevoli della situazione e parte attiva del processo, per diventare leader veri, riscoprire il sogno e lo scopo del nostro agire, i valori e le tappe necessarie da perseguire, per allenarsi nella pianificazione e nella mappatura dei processi, delineando una disciplina in grado di farci migliorare.

Non bisogna necessariamente essere dei bravi soldatini e saper spuntare cose da fare sulla lista, ma bisogna essere consapevoli che il cambiamento va affrontato con consapevolezza e prontezza credendo nelle proprie qualità e impegnarsi nel crescere sempre di più, con la giusta dose si elasticità.

Buon viaggio a tutti!

Francesca Tesoro

Come costruire un business on line di successo di Marco Marisola

Sappiamo tutti che le nostre vite sono cambiate negli ultimi dodici mesi e, anche se volessimo ignorare questo dato di fatto, proprio non potremmo farlo. Si sono modificati i nostri interessi, la nostra modalità di lavorare, il modo in cui i nostri ragazzi frequentano la scuola e quello in cui si fa la spesa, sono mutate le nostre relazioni interpersonali. Si sono, inevitabilmente, modificati il mercato, i tipi di domanda e di offerta che, in modo trasversale hanno necessariamente risentito dell’ondata pandemica non solo in senso qualitativo ma anche quantitativo e, oserei dire, di location.
L’ultima ricerca Istat ha stabilito che nel 2020 le vendite online sono aumentate del 50,2% e, sempre secondo studi di settore, se prima on line si cercava e si acquistavano solo determinati beni alla ricerca del risparmio garantito, oggi come oggi, on line si compra davvero tutto!
Allora, ragionando su questo fatto e sui dati, abbiamo deciso di presentarvi “Come costruire un business on line di successo” scritto da Marco Marisola, edito dalla MIND Edizioni.
Di questo libro ci ha colpito prima di tutto la sua estrema contemporaneità – nonostante la prima edizione sia del 2015 – fin dalle prime righe della prefazione:

“Siamo sull’orlo dell’emergenza nazionale. Il nostro stile di vita, giorno dopo giorno, sta cambiando […]. Quello che potevamo fare qualche anno fa […] domani o forse già oggi non riusciremo più a farlo. […] sarebbe meglio fare qualcosa di diverso per non affondare negli abissi della disperazione. In periodi di crisi le brutte notizie sono all’ordine del giorno, ma proprio […] nei momenti di grande crisi che sono nate le più grandi aziende, vedi Microsoft e Disney.”

Marco Marisola, l’autore del libro, è un Web Coaching ed esperto dell’Internet Marketing e di strumenti tecnologici fin dal 2006, consulente per grandi aziende nonché direttore della NBM School che insegna Strategie Automatizzate di Internet Marketing.

È esattamente per questo che in un volume concentrato in poco più di un centinaio di pagine riesce a condensare una serie di istruzioni pratiche e precise da seguire, insegnandoci ad aprire la nostra attività on line e di successo da zero, in maniera rapida sicura e concreta.
Che lo sviluppo di internet sia esploso in maniera decisamente esponenziale è sotto gli occhi di tutti ed è altrettanto risaputo che il business on line sia in continua crescita, nonchè uno dei più redditizi e consenta di abbattere i costi iniziali e di produzione, garantendo un ritorno dell’investimento altissimo. In fondo per aprire la nostra azienda on line sono sufficienti un pc e un collegamento ad internet!
La rivelazione di questa lettura è la “strategia ribelle” indicata da Marisola disegnata sapientemente in 105 step(s) e che, seguiti passo passo, possono essere applicati in ogni settore, per creare o rilanciare il nostro business.


Presi per mano, inizierete con il chiedervi cosa non vi piace della vostra vita e del vostro lavoro, per scoprire la vostra passione e scegliere gli argomenti che vi appassionano e che vi renderanno esperti del vostro settore. Sarete interrogati sulle vostre conoscenze di web marketing e di impegno per creare la vostra nuova azienda – o rilanciare quella che avete già tra le mani -, ricercando e capendo in quale mercato vorrete inserirvi e quale forma dare al vostro prodotto. Imparerete ad identificare tutto sul vostro pubblico e sulle loro abitudini per dare vita a un internet business che calzi a pennello sui vostri clienti, per rendervi alla velocità della luce i Numeri Uno. Scoprirete le caratteristiche di internet e le magie del marketing ed i loro tempi, gli strumenti e come usarli, gli errori da non fare e come guadagnare denaro con la rete. Soprattutto diventerete consapevoli che la vendita e il marketing non sono la stessa cosa e che l’una non può esistere senza l’altro – soprattutto in rete – e da ultimo, ma non meno importante, imparerete a conoscere cos’è e come applicare la psicologia della vendita persuasiva, diventando sicuramente esperti riconosciuti del vostro settore.
Con una azienda tra le mani e il lavoro che stavate sognando!
Questo è veramente un libro da leggere oggi più che mai!
Scommettiamo?

Francesca Tesoro