“La Fisica dell’Anima” di Fabio Marchesi

Avete mai pensato di poter leggere un libro per conoscere e comprendere  la vostra natura umana, interrogandola, trovando anche gli strumenti per fare della vostra mente il vero motore?
In realtà, se avessero fatto a me questa domanda, avrei risposto di no e che era impossibile.
Invece, leggendo “La Fisica dell’Anima” di Fabio Marchesi edito dalla casa editrice Tecniche Nuove, ci si trova tra le mani un indispensabile strumento applicabile contemporaneamente alla propria crescita personale e a quella professionale.

Fabio Marchesi è uno scienziato, ricercatore indipendente membro della New York Academy of Sciences, appassionato e conoscitore di fisica quantistica e filosofia ermetica che, da informatico ed ingegnere, ha sempre cercato il modo di integrare la scienza con la spiritualità. Ha svolto ricerche puntando ad una scienza che coinvolgesse anche gli aspetti spirituali della realtà, con il solo scopo di trovare la massima felicità individuale e collettiva. Divenuto talmente famoso per questa sua ardita ricerca, è stato considerato visionario da molti, ma chiamato alle Nazioni Unite per esporre le sue teorie.

L’autore, enuclea e spiega nel suo testo come applicare quegli stessi principi della fisica quantistica alla vita quotidiana, creando, come è stato definito da molti, un trampolino verso il proprio personale infinito, da scoprire e da attraversare, per migliorare sé stessi in primis e poi coloro i quali ci circondano, con il solo scopo di fornirci un metodo per acquisire consapevolezza di sè e del mondo circostante.
Leggendo i concetti scientifici spiegati con semplicità ma di immediata comprensione, scritti con estrema bravura e luciditá, capiamo come sia necessario integrare noi stessi con ciò che ci circonda, predisponendo la nostra mente al salto evolutivo che ognuno di noi dovrebbe poter fare per non soccombere.

Questo libro è “un’opera coraggiosa e illuminante, che offre una nuova prospettiva da cui interpretare la realtà, grazie alla quale ogni esperienza umana, felice o impegnativa, trova nuove lucide e sorprendenti spiegazioni oltre ogni fatalismo”.
Non parliamo di un manuale new age o di un qualcosa estremamente lontano da noi, ma di un nuovo modo di interpretare e concepire la realtà con vantaggi, individuali e collettivi, applicabili nella nostra vita quotidiana e nel nostro sviluppo professionale e che Fabio Marchesi riesce a spiegare partendo dalle “sensazionali scoperte in campo quantistico avvenute nel secolo scorso che hanno permesso un impressionante progresso tecnologico”. Se infatti ognuno di noi, nelle realtà in cui è abituato a vivere e operare, riuscisse ad espandersi oltre lo “scontato”, potrebbe finalmente convincersi e riuscire a comprendere seriamente come le ambizioni, gli intenti e i desideri possono realizzarsi, veramente.

Del resto, non è con la sola razionalità, ma con stupore e meraviglia che si può giungere all’essenza delle cose e scoprire quanto sia più facile creare la nostra felicità.
Trovo estremamente vero il concetto che noi, in quanto esseri umani, siamo stati tutti educati all’obbedienza e alla paura, figli di una consapevolezza – non nostra naturalmente ma che ci è stata inculcata – che siamo incapaci di fare da soli qualsiasi cosa ma, allo stesso tempo, di essere tutti separati da tutti e gli uni in competizione con gli altri. Insomma, siamo entrati a far parte di un sistema che è di per sé strutturato per creare conflitti e infelicità.
Se invece, cominciassimo a cambiare il nostro modo di pensare e di pensarci, riusciremo a comprendere come, essendo tasselli di un tutto più grande e – per ora – ancora invisibile ai nostri occhi, riusciremo a sentirci maggiormente integrati e facenti parte di una realtà sistemica dove ognuno, con il proprio piccolo apporto, potrebbe fare grandi cose per tutti.

Credo che la parola migliore per definire non solo questo libro, ma il percorso che ci spinge a intraprendere è CORAGGIO.

Coraggio di iniziare a leggere un libro del genere, coraggio per aprire la propria mente, coraggio per comprendere quello che siamo e quello che dovremmo cominciare a fare per migliorare noi stessi e il mondo che ci circonda, coraggio per partire verso la nostra migliore versione di sé stessi.
Perchè “indipendentemente dal successo che una persona sembra o no avere, ciò che differenzia maggiormente le persone felici da quelle infelici risiede nella loro consapevolezza e coraggio. Per portare la propria consapevolezza oltre ciò che gli altri ritengono normale, possibile e impossibile, facile e difficile, giusto e sbagliato, bene e male, serve coraggio. Serve coraggio per seguire le proprie intuizioni, soprattutto quando per farlo bisogna disobbedire alle aspettative di altri. E ci vuole coraggio per scegliere quello che si vuole e per difenderlo e realizzarlo anche quando è diverso da quello che vogliono gli altri.”

Francesca Tesoro

“Inteligencia emocional” de Daniel Goleman: un nuevo lenguaje de emociones

Por Daniel Goleman, periodista estadounidense nacido en 1946, psicólogo especializado en el desarrollo de la personalidad -tema de la que también fue profesor en Harvard-, escritor de temas altisonantes como la neurología y las ciencias del comportamiento para el New York Times y con todo un serie dedicada a la inteligencia emocional y social, la creatividad y el liderazgo, la empatía y la emocionalidad, las fuerzas que componen y constituyen las cosas y las personas sin caer jamás en lo trascendental incomprensible, ya habíamos revisado alguna vez “Liderazgo Emocional” hace.

Hoy sumamos una nueva pieza hablándote de otro libro suyo, que se ha convertido en un best seller y una herramienta de formación transversal tanto por áreas geográficas como por categorías profesionales.
“Emotional Intelligence” publicado por Best Bur es un volumen escrito en 1995 y publicado en América el mismo año que, después de haber traspasado las fronteras nacionales y en un año de haber sido publicado prácticamente en todas partes, sigue siendo profundamente relevante.

Escrito cuando la sociedad civil estadounidense vivía una devastadora crisis social, con un aumento en la frecuencia de delitos violentos, suicidios y uso indebido de drogas que involucraban transversalmente a jóvenes y adultos, este escritor ha puesto sobre papel lo que hoy, a pesar de ser después de tantos años, se puede definir como un excelente manual para curar (también) esos males sociales, prestando mayor atención a la competencia social y emocional de las personas.

Su enorme éxito fue dictado por la capacidad de este escritor para enuclear principios muy simples y viables relacionados con la alfabetización emocional y que se ofrecieron estratégicamente al mundo escolar estadounidense para interrumpir la deriva social que estaba teniendo lugar al creer, por así decirlo, que al enseñar estos “principios sólidos” a los estudiantes, la sociedad adulta también beneficiaría a la sociedad adulta de manera indirecta al principio y directamente cuando esos mismos estudiantes se convirtieran en los nuevos adultos de la sociedad.

Por arriesgada que pueda parecer esta elección, en la realidad de los hechos, el programa de alfabetización emocional dio de inmediato resultados tangibles y duraderos en el mundo estudiantil, logrando elevar la calidad y capacidad de los estudiantes para lidiar con disturbios, escuchar o concentrarse. para frenar impulsos, para sentirse responsable de su trabajo o para cuidar el aprendizaje.

Convertido en un pilar fundamental, no solo en el exterior, del mundo de la docencia, hasta el punto de que actualmente es una de las materias de examen en los cursos de formación de profesores, rápidamente quedó claro que la Inteligencia Emocional también podría cambiar los sectores empresariales para mejor y mejor. gerencial.

Bueno, pero si te pidiera que definieras la inteligencia emocional, ¿sabrías cómo hacerlo?
Como lo definió el propio autor, “Inteligencia Emocional” es aquella “forma particular de inteligencia que permitió a nuestros antepasados ​​lejanos sobrevivir en un entorno hostil y elaborar las estrategias que son la base de la evolución humana, y que pueden ayúdanos a todos a afrontar un mundo cada vez más complejo, violento y difícil de descifrar. La inteligencia emocional te permite gobernar las emociones y guiarlas en las direcciones más ventajosas; es la capacidad de comprender los sentimientos de otras personas más allá de las palabras; impulsa la búsqueda de beneficios duraderos más que la satisfacción de los apetitos más inmediatos “.

Básicamente estamos hablando de un nuevo lenguaje de emociones que se puede aprender y perfeccionar aprendiendo a cultivar y reconocer las propias emociones y las de los demás. Es algo que, en realidad, debe enseñarse a los niños desde una edad temprana porque la inteligencia emocional simplemente se remonta al concepto elemental del “uso correcto de las emociones” que son también un factor determinante para la consecución de éxitos personales y Habilidades profesionales de cada persona. La capacidad, de hecho, de saber utilizar correctamente las propias emociones, saber identificarlas, comprenderlas y gestionarlas, es sin duda la herramienta fundamental para afrontar la vida, tanto personal como profesional, de una forma mucho mejor.

¿Alguna vez te has preguntado cómo nuestras emociones pueden influir en nuestros caminos, nuestras reacciones, hasta el punto de obstaculizar por completo nuestra capacidad de actuar o decidir con claridad? Por difícil que sea aceptar tal cosa, realmente lo es.

Las personas emocionalmente inteligentes son aquellas que practican el autocontrol, el entusiasmo, la perseverancia y la automotivación en la vida cotidiana, creando un sistema de autoconciencia de sus emociones y su forma de pensar.
La autoconciencia la define el propio Goleman como la “capacidad de motivarse, persistir en la consecución de un objetivo a pesar de las frustraciones, controlar los impulsos y posponer la gratificación, modular los estados de ánimo, evitando que el sufrimiento nos impida pensar, ser empático y esperar ”.

Realmente, ¿restablecer estos aspectos en tu vida significa mejorarla drásticamente? Definitivamente si. Para todos los aspectos de los que hemos hablado, hay implicaciones extremadamente positivas que intentamos resumir en este esquema muy rápido.

A la AUTOCONCIENCIA EMOCIONAL corresponde la mejor capacidad para reconocer y nombrar nuestras emociones, comprender las causas de los sentimientos, reconocer la diferencia entre sentimientos y acciones.

Del CONTROL DE LAS EMOCIONES desciende el aguante de la frustración, el control de la ira, la capacidad de expresarlas, lidiar con el estrés, rebajando la sensación de soledad y ansiedad en las relaciones sociales.

ABORDAR LAS EMOCIONES EN UN SENTIDO PRODUCTIVO significa condensar un mayor sentido de responsabilidad, la capacidad de concentrarse en la tarea que tienes delante y de prestar atención, tener menos impulsividad y mayor autocontrol, mejorando los resultados de tus pruebas.

Todo esto se condensa en GESTIÓN DE RELACIONES, logrando tener capacidad para analizar y comprender las relaciones, resolver conflictos y negociar contrastes, adquiriendo mayor autoconfianza y dotes de comunicación, alcanzando un mayor nivel de simpatía y sociabilidad, rebajando el individualismo y aumentando la colaboración en grupos, a través del espíritu de compartir, la colaboración y la voluntad de ser útil a los demás, lo que lleva a una mayor democracia en el trato con los demás.

En resumen, una vez que haya leído este libro, ¡estará técnicamente listo para comenzar este entrenamiento y tomar el camino correcto hacia nuestra felicidad! ¡¡Y sin duda, hacia un nuevo tipo de éxito!!

Articolo di Francesca Tesoro

Traduzione di Sara Trincali

Un sogno per domani: dai buoni valori al network marketing

Trevor (Haley Joel Osment) è un bambino di undici anni, figlio di una madre (Helene Hunt) che fa due lavori e un padre (Jon Bon Jovi) praticamente assente e tendenzialmente violento, che vive nella parte più modesta della città di Las Vegas, dimostrandosi decisamente più maturo della sua età.
Alla ripresa della scuola, finalmente riesce a concretizzare il suo modo di vivere idealisticamente confuso, incontrando il professore di studi sociali, che vuole insegnare ai ragazzi il rapporto tra loro e il mondo che, anche se non lo si vuole incontrare, li colpirà dritto infaccia e li interroga su cosa significhi per loro.
La domanda che il Professor Eugene Simonet (Kevin Spacey) pone ai ragazzi con l’intento di spingerli ad interrogarsi e migliorarsi, diventa un fuoco per Trevor che, per assolvere al proprio compito della durata di tutto l’anno scolastico, inventa “passa il favore”. Così il ragazzino, nel pieno del suo idealismo mischiato all’ingenuità di chi davvero vuole cambiare il mondo in cui vive, inizia la sua opera invitando un barbone a casa, sollevando le proteste della madre la quale non ne capisce il motivo più profondo che porta il figlio a comportarsi in questo modo. Mentre le vicende familiari del piccolo Trevor si complicano per il ritorno del padre, la sua idea nata dal compito scolastico, diventa famosa al punto da far arrivare le telecamere nella piccola scuola di provincia, tramutandosi in un nuovo modo di comportamento per migliaia di persone.

Il personaggio di Simonet interpretato da un trasfigurato Kevin Spacey che porta addosso le cicatrici del suo passato, è un professore che lancia la sfida per il cambiamento, è una figura estremamente carismatica che spinge i suoi giovani studenti ad andare oltre gli schemi a loro conosciuti, invitandoli ad essere pensatori globali nonostante la giovane età, ritenendoli pronti per cominciare a cambiare le carte in tavola e riuscire a capire “cosa il mondo si aspetta da loro”. Con semplicità riesce ad instillare nei ragazzi la fiducia per sé stessi e per gli altri, li guida nella più ardita idea di cambiamento trasversale, del loro personale, di chi li circonda direttamente ma soprattutto per il mondo – reale – nel quale vivono.

In realtà Trevor non è nient’altro che un bambino di undici anni appena, intelligente, sensibile e desideroso di fare la sua parte nel mondo, che ha una idea geniale, spuntatagli in testa forse per caso, forse per via della vita che vive. Nonostante la sua idea possa sembrare completamente utopistica – concetto che nella mente di un bambino normalmente senza strutture e naturalmente creativa, in realtà, non esiste – diventa una idea possibile, fattibile e realizzabile che Trevor, per primo, mette in atto generando un’onda positivamente costruttiva che non può essere fermata.
Nella pellicola, Trevor vuole cambiare realmente il mondo in cui vive la sua vita e, proprio seguendo il suo istinto naturalmente ingenuo – vedasi la scena di quando torna a casa in bici e si ferma ad osservare ciò che incontra lungo la strada -, sceglie di aiutare tre persone che a loro volta ne aiuteranno altre tre e poi ancora ognuno altre tre, diventando in poco un qualcosa di inarrestabile, nella speranza di generare un “mondo perfetto”.

Passa il favore: dal multilivello sociale al network marketing

“Passa il favore” è un sistema di disarmante semplicità dove, se ognuno di noi aiutasse tre persone a risolvere un problema che autonomamente non potrebbero risolvere, in modo del tutto gratuito, chiedendo in cambio solo l’impegno a mettere in pratica lo stesso sistema con altre tre persone, nel giro di poco creerebbe una catena pressoché infinita facendo lievitare le cifre in maniera esponenziale – provate a fare uno schemino su carta ed iniziare a fare i conti!
Il sistema così creato, altro non è che un “multilivello sociale” ossia un modello piramidale decisamente virtuoso fondato su concetti matematici solidi e indiscutibili.

Al di là dello spirito profondamente umano che permea questo film del 2000 diretto da Mimi Leder ed ispirato al libro “La formula del cuore” di Catherine Ryan Hyde, la pellicola propone sullo schermo non solo sani principi che vanno dalla fiducia, alla coerenza passando per la radicalizzazione delle coscienze – anche dei più giovani -, ma è in realtà anche un ottimo spunto per le formazioni aziendali e la rappresentazione precisa e corretta del network marketing.

Infatti, nelle formazioni aziendali nel momento in cui il focus delle stesse si è spostato dal risultato prettamente economico e di monetizzazione degli obiettivi aziendali all’incanalare correttamente le abilità e i talenti, le conoscenze e le esperienze dei dipendenti, queste sono state identificate come il vero ed unico il motore dell’azienda, creando le condizioni per il maggior raggiungimento degli obiettivi aziendali.

Invece, la rappresentazione del network marketing, nuovo modo di fare business che permette di lavorare con chi si voglia e quando lo si voglia, è riconducibile allo schema che viene seguito e che è lo stesso identico di “passa il favore”. Tant’è vero chealla base del network marketing c’è uno schema piramidale dove chi è più in alto deve aiutare necessariamente chi è ai livelli inferiori, garantendo in questo modo che la catena non si fermi e che i livelli sottostanti crescano professionalmente riproponendo lo stesso meccanismo. In questo modo, oltre alla crescita personale, anche i guadagni di tutta la linea piramidale cresceranno al crescere dei numeri della formazione e dell’impegno lavorativo.

Insomma, ancora una volta abbiamo dimostrato come da un semplice film, ormai anche datato e classificato come genere drammatico, si possa trovare sempre uno spunto considerevole per evolversi professionalmente e personalmente!

Francesca Tesoro