Sistema Scuola: le Vacanze Studio all’Estero

Sistema Scuola è molto più di quanto si possa racchiudere concettualmente in due parole e, come sapete, ha l’obiettivo di farci conoscere più da vicino il mondo dell’educazione. Così, abbiamo parlato degli studenti che vivono il mondo della scuola, dei docenti e del personale non docente, fondamentali per far sì che il mondo della scuola funzioni il meglio possibile, abbiamo scritto del metodo Montessori e del suo approccio sistemico all’educazione del fanciullo, abbiamo presentato lo Scautismo che, parallelamente alle istituzioni scolastiche, fornisce una via educativa di crescita.

Oggi scriveremo per voi delle Vacanze Studio all’estero.

Avete mai vissuto una vacanza studio all’estero? Conoscete qualcuno che ha avuto questa possibilità? Se non fosse così, dalla mia camera di un college inglese, vi racconterò cosa sono, cosa significano per i ragazzi e tutto quello che celano agli occhi degli altri.

Le vacanze studio all’estero, possono essere considerate un perfetto esempio di approccio sistemico dal momento che racchiudono in sé una complessità dinamica legata a fattori non certo di poca importanza. Prima di tutto ci sono i ragazzi che vivranno una esperienza di vita lontani da casa con persone che non conoscono, poi ci sono i luoghi, perchè vivere all’estero un determinato periodo di tempo, significa dover riuscire ad integrarsi in contesti sconosciuti, dediti all’internazionalità, seguire nuove regole e conoscere altre realtà, non solo personali o geografiche.

Ci sono persone e società che lavorano assiduamente affinchè tutto segua i piani prefissati e programmati, perchè siano fornite tutte le occasioni necessarie e non solo per rispettare i contratti che ogni anno vengono siglati. C’è una profonda interazione tra soggetti, fisici e non, italiani e stranieri, che costruiscono le vacanze studio servendole ai ragazzi come una porta sul mondo per educare ed educarsi da protagonisti.

Fare una vacanza studio significa entrare in un mondo quasi parallelo, lontani dagli affetti, innestando relazioni con persone che vengono da altre parti del mondo e che hanno vite vissute alle spalle decisamente differenti. Significa frequentare dei corsi di inglese con classi internazionali, dove è richiesto il massimo impegno per seguire le lezioni. Condividere l’appartamento e la mensa, le attività e i singoli momenti del soggiorno con persone di altre culture, facendosi un po’ le ossa per diventare delle persone migliori che sanno viversi e godere ogni minuto della giornata nel rispetto degli altri e delle regole del paese ospitante.

Vivere una vacanza studio in un college significa alzarsi ogni mattina e vivere un turbinio di emozioni da togliere il fiato e non solo perchè i tempi siano particolarmente densi e ravvicinati.

I ragazzi vivono tutto questo, come un bellissimo gioco, ma dietro si nasconde un mondo complesso di coordinazione e organizzazione, programmazione e progettazione, in pieno approccio sistemico appunto.

Chi lavora dietro le quinte di questo sistema educativo parascolastico sa bene che la stagione non inizia quando l’estate è alle porte. Si avvia ben prima, quando bisogna trovare il college adatto, prendere contatti e contrattare con le istituzioni locali, con le compagnie aeree e dei trasporti privati, quando bisogna mettere nero su bianco il progetto scolastico, considerando che i corsi di lingua sono l’ossatura principale delle vacanze studio e devono avere quel qualcosa in più rispetto le lezioni che si potrebbero frequentare comodamente nelle proprie città ad un paio di chilometri da casa. Le vacanze studio risultano essere dunque un sistema decisamente complesso, dove necessariamente bisogna occuparsi, con realistica obiettività, di ogni singolo aspetto senza sottovalutare nulla.

Ci sono le famiglie, che vogliono il meglio per i propri figli e alle quali bisogna fornire tutta l’assistenza necessaria prima, durante e dopo il soggiorno.

Ci sono le persone che lavorano con i ragazzi che devono essere scelte nella massa per le loro competenze, capaci di saper vivere e condividere con i ragazzi una esperienza fuori dal comune, in grado di gestire i partners stranieri e fare in modo che non si verifichi mai un problema e, al suo eventuale materializzarsi, riuscire risolverlo in un batter d’occhio, senza alcuna ricaduta sugli attori principali, i ragazzi.

E quando tutti i pezzi di questo puzzle hanno i propri contorni ben definiti e si incastrano alla perfezione con gli altri, inizia la vacanza studio all’estero, con al centro di tutto i giovani tra i dieci e diciotto anni che ogni estate partono in migliaia, che vivono appieno questa esperienza pervasi da una voglia irrefrenabile di non lasciarsi scappare nessuna occasione.

Quando arrivano li vedi sempre un po’ impauriti e timorosi di non conoscere nessuno, preoccupati di sentire la mancanza di casa, di non capire a sufficienza la lingua, vergognosi in certi casi di partecipare alle attività sportive per non mettersi in mostra.

Poi li vedi crescere e cambiare giorno per giorno, imparano a mettersi in gioco e si fanno trasportare. Vedi adolescenti di diverse nazionalità che, in certi casi con l’aiuto di un traduttore sui loro smartphone, intraprendono chiacchierate con altri coetanei venuti da chissà dove. Si raccontano storie, dialogano dei rispettivi paesi e delle proprie tradizioni. Parlano dei loro sogni e delle loro aspettative, delle loro insicurezze e delle loro paure, masticando una lingua che sono venuti a studiare, farcendolo con errori di pronuncia a tratti divertenti.

Una vacanza studio diventa, inaspettatamente, il terreno su cui fioriscono relazioni internazionali da fare invidia ai capi di stato in lotta tra loro e così vedi i ragazzi, normalmente abituati ad odiare i vicini di confine, giocare con chi politicamente è classificato come un nemico, divertirsi, abbracciarsi, frequentare la stessa classe e mangiare insieme ad un tavolo della mensa. I più grandi li scopri anche parlare delle situazioni politico sociali, intenti nell’immaginare i propri paesi diversi da come sono attualmente, se solo i potenti facessero una cosa piuttosto che un’altra.

Ci si scambia i numeri di telefono, ci si promette di rivedersi e qualcuno ci riesce davvero.

Si stringono in abbracci frenetici quando capiscono che il tempo a loro disposizione sta per finire, prima che ognuno rientri nelle proprie case, magari nell’altro emisfero.

Sanno che forse non potranno più rivedersi, ma sono tutti consapevoli di aver imparato molte più cose in queste due settimane che in un anno di scuola.

Un soggiorno dura due settimane per il tempo della terra, ma sono anni nel tempo del cuore.

Così ogni quindici giorni la macchina riparte, un aereo decolla e atterra a destinazione, i ragazzi arrivano in college che diventerà la loro casa, saranno accolti da chi li attende e li guiderà per i giorni a seguire, conosceranno gente, frequenteranno le lezioni, faranno le diverse attività quotidiane, si divertiranno e si stancheranno durante le escursioni e ogni sera si addormenteranno con il sorriso sulle labbra in vista del giorno successivo, pieno di novità ed emozioni.

Vivere una vacanza all’estero significa partire ragazzi e tornare un po’ più adulti, con amici sparsi nei vari paesi e tante nuove idee su di sé e sugli altri, rendendosi conto di quanto sia vario il mondo, andando oltre lo schermo di un cellulare o di un televisore, imparando a conoscerlo con gli occhi degli altri.

In pieno approccio sistemico.

Francesca Tesoro

Sistema Scuola: il Metodo Montessori

montessori1Dopo aver girato il mondo analizzando come è nato e come funziona lo Scautismo, torniamo momentaneamente sui banchi di scuola per capire meglio in cosa consiste il Metodo Montessori, un vero e proprio approccio sistemico all’educazione del fanciullo tutt’oggi innovativo e che mette al centro il ragazzo con le sue potenzialità, esigenze e attitudini.

Tra le prime donne medico in Italia, Maria Montessori è stata pioniera in molti campi, a cominciare dalla sua vita professionale, sempre protesa verso l’innovazione e libera da aspettative e pregiudizi, fino alla sua vita privata, all’insegna del progresso e dell’emancipazione femminile.

montessori2Il suo interesse per l’educazione dei bambini, a partire da quelli più disagiati, nasce proprio grazie al suo ruolo di scienziata, tanto che il metodo scientifico, fatto di evidenze riconoscibili a tutti e sperimentabili su larga scala, la guiderà sempre anche nelle sue scelte di educatrice, portando al successo in tutto il mondo il suo approccio educativo, ancora oggi tra i più ammirati anche all’estero.

Sfrondato e alleggerito dai limiti del tempo trascorso, infatti, il metodo Montessori è tuttora tra i più utilizzati al mondo, anche e soprattutto nelle scuole del Nord Europa, spesso più all’avanguardia delle nostre. Sono numerosissime le scuole dell’infanzia, primarie, secondarie e perfino le università che abbracciano questo metodo in tutto o in parte, o che ad esso si ispirano per la strutturazione degli ambienti didattici o dei programmi di studio.

montessori3Il primo passo per l’applicazione del metodo sta proprio nella costruzione dell’ambiente che circonda il fanciullo nel quale tutto è all’insegna della natura e della naturalezza, ma nulla è lasciato al caso. È significativo, infatti, che il nido e la scuola dell’infanzia ideata da Maria Montessori sia stata chiamata Casa dei Bambini, proprio per indicare un ambiente nel quale il bambino è il vero padrone in grado di muoversi in autonomia in base ai suoi tempi e ai suoi interessi e l’adulto educatore è soltanto una figura di supporto e, quando necessario, di supervisione.

L’ambiente di apprendimento Montessori è caratterizzato da materiali e attività ideate per stimolare e favorire l’interesse dei ragazzi in ogni materia e in ogni campo, permettendo prima di tutto ai bambini di dedicarsi individualmente ai compiti che loro stessi scelgono, favorendo l’auto-correzione degli errori e unendo l’aspetto meramente cognitivo dello studio con quello fisico e più strettamente pratico legato all’attività che si sta svolgendo, in modo equilibrato. Solo così il fanciullo scopre le proprie potenzialità e propensioni, autodisciplinandosi, perché tutto attorno a lui è costruito a sua misura, e mettendosi alla prova nella concentrazione e nell’impegno prima individuale e, successivamente, di gruppo classe.

montessori4Il pensiero pedagogico di Maria Montessori raccomanda, dunque, di creare un ambiente scientificamente idoneo a favorire non solo lo sviluppo cognitivo del bambino, dal punto di vista didattico, ma anche le sue abilità sociali e morali. Proprio per questo è importante che non solo le aule, ma l’intero edificio scolastico siano accoglienti e confortevoli, per far comprendere ai ragazzi che è possibile apprendere con piacere, senza ricorrere né a punizioni, né a premi. Ogni progresso, così come ogni battuta d’arresto, fanno parte di un percorso ben preciso e ben chiaro nella mente degli educatori che dovrebbero guidare tenendo per mano e non trascinando, rispettando così i tempi e l’individualità del singolo. L’obiettivo è favorire l’equilibrio mente-corpo, la creatività, la curiosità e l’intelligenza intesa nel senso etimologico del termine come capacità di leggere dentro le cose, facendole proprie.

I docenti, quindi, anche in qualità di lavoratori, sono guida ed esempio per i bambini. Sono presenti per semplificare e non per complicare concetti ed esercizi e danno l’esempio di autocontrollo, autodisciplina ed ascolto aperto dei loro ragazzi. Mostrano l’utilizzo dei materiali e spiegano, ponendo gli allievi di fronte alla possibilità di una vera e propria relazione educativa e non di un rapporto a senso unico tra insegnante e alunno.

montessori5Sono proprio questi i concetti base che caratterizzano l’approccio sistemico del metodo Montessori: scienza, equilibrio, autoregolazione. Relazione tra ambienti, persone e materie di studio nel rispetto delle individualità che compongono il gruppo. Concetti che favoriscono il fanciullo nel suo cammino verso l’età adulta e nella scoperta di se stesso in qualità di animale sociale e che dovrebbero rispecchiare i futuri equilibri degli ambienti di lavoro a favore della produttività, del progresso e dell’amore per la civiltà.

www.fondazionemontessori.it

Alessandra Rinaldi