Siamo Fottuti ma forse c’è ancora una speranza di Mark Manson

Mark Manson è un americano di trentacinque anni, è un consulente per lo sviluppo personale, imprenditore e blogger di successo che nell’arco di tre anni ha scritto altrettanti libri balzati tutti nella top ten dei bestsellers del New York Times. Perciò non potevamo non recensire il suo ultimo libro uscito in Italia proprio l’anno scorso intitolato “Siamo Fottuti ma forse c’è ancora una speranza” edito dalla Newton Compton Editori per la collana dei Grandi Manuali Newton.

Con una scrittura decisamente irriverente, ma al tempo stesso divertente e davvero interessante, Mark Manson si interroga sulla felicità e il benessere in modi creativi e inaspettati, rendendo il proprio libro davvero adatto a qualsiasi tipo di lettore. Nonostante la leggerezza con cui è scritto, però, questo volume affronta temi profondi e figli del nostro tempo e, tra storielle simpatiche ed accenni a vicende storiche decisamente importanti, si interroga su quale possa essere la reale direzione che abbiamo intrapreso e soprattutto come possiamo (o dovremmo) prenderci cura di noi stessi e degli altri.

L’analisi che emerge dalla penna di Manson è cristallina. Infatti è un dato di fatto che viviamo in un tempo storicamente positivo, da un certo punto di vista il migliore dalla nascita del genere umano, essendo più liberi, più sani e più ricchi di chiunque ci abbia preceduto. Di contro, il problema sembrerebbe nascosto dietro il livello molto alto di accesso alla tecnologia, istruzione e comunicazione che abbiamo guadagnato e che ci ha allontanto inesorabilmente dalla leggerezza e pragmaticità dei nostri antenati. Di conseguenza, lo standard della felicità umana si è abbassato notevolmente, siamo tutti iperstressati, ansiosi, depressi nel nostro piccolo della vita quotidiana e viviamo a livello globale una situazione in cui il cambiamento climatico sta mutando gli equilibri della vita sul pianeta, la politica economica dei diversi Stati sta miseramente naufragando e, ognuno di noi e a qualsiasi livello, è attorniato da leoni da tastiera che non fanno che insultare tutto e tutti indifferentemente o, peggio, nella vita reale ci ritroviamo tra persone che farebbero di tutto per passare sopra il cadavere di qualcun altro, magari proprio il nostro.

La scomoda verità è che alla nostra cultura e alla nostra società, incastrata in questi meccanismi tutta’altro che positivi, serve speranza quanto l’acqua ad un pesce, perchè è un po’ il nostro carburante. E quando la speranza va in crisi, ci sembra di perdere il nostro scopo nella vita. Il problema vero di tutto questo circolo vizioso è che per creare e coltivare la speranza ci vogliono tre cose: il controllo, che ci illude di avere tutto il nostro destino nelle nostre mani, i valori, che ci spingono a creare qualcosa di importante per cui vale la pena combattere ogni giorno, la comunità, che, facendoci sentire parte di qualche cosa con i nostri stessi valori, ci spinge ad andare avanti per ottenere determinate cose in comune. La perdita anche solo uno di questi elementi, spinge le persone a perdere la speranza, creando meccanismi di crisi, facendoci dimenticare il quesito principale sul quale ognuno di noi dovrebbe interrograsi: cosa sta succedendo al mondo da farci stare peggio anche se la situazione è nettamente migliorata rispetto il passato?

Io che ho letto questo libro nell’arco di qualche giorno, presa dalla furia di capire cosa potesse portare Isaac Newton a prendersi uno sganassone a sette anni perchè fissava la luce del sole per capire di cosa fosse fatta, o come potessi realizzare tutti i miei sogni e fondare la mia religione personale, leggendo di filosofi odiati al liceo che in realtà grazie a Manson si sono rivelati dei geni sublimi, interrogandomi sulla reale formula dell’umanità scoprendo (miseramente) che l’adulto è in grado di accantonare il piacere per i principi (convincendomi così che ogni tanto devo riattivare il bambino che è in me) e che in fondo c’è un’economia delle sensazioni e che – udite, udite!- sono i sentimenti a muovere il mondo, direi che – si!- questo libro va proprio letto, perchè farebbe bene ad ognuno di voi.

Il libro è pieno di spunti decisamente interessanti di riflessione e approfondimento su come vivere serenamente nonostante i paradossi della vita. Dovrebbe essere considerato un consiglio a vivere una vita e un mondo migliore, cosa necessaria in questo momento di distrazione dai veri valori che dovremmo fare nostri, mettendoci in discussione e strappando più di qualche risata riuscendo a fornire al lettore una sorta di antidoto alla nostra era di malessere spirituale cronicizzato.

Siamo Fottuti ma forse c’è ancora una speranza” è decisamente un libro illuminante che tutti noi dobbiamo leggere prima di gettare la spugna, perchè con la sua schiettezza intelligente e accessibile ci ricorda di rilassarci, di non sudare le piccole cose e di mantenere viva la speranza per un mondo migliore.

Francesca Tesoro