“L’evoluzione del welfare aziendale in Italia” a cura di Filippo Di Nardo

Welfare e azienda rappresentano due ambiti di interesse apparentemente distanti che sembrano aver trovato una felice conciliazione nelle politiche di welfare aziendale, soprattutto nell’ultimo anno, come ci spiega Filippo Di Nardo nel suo ultimo saggio, “L’evoluzione del welfare aziendale in Italia”, Guerini Next.

Il modello italiano di welfare stato-centrico è stato messo duramente alla prova dalla sostenibilità finanziaria unita alla nascita di nuovi bisogni sociali. L’aumento della popolazione anziana, l’inadeguatezza dei salari rispetto alle spese per i servizi sostitutivi del lavoro domestico, per la cura dei bambini e per l’assistenza familiare, lo sgretolarsi della famiglia tradizionale, caratterizzata da stabilità e solidarietà intergenerazionale, hanno progressivamente condotto verso nuove esigenze che le aziende si sono trovate a dover fronteggiare arrivando ad assumere un vero e proprio ruolo sociale.

Filippo Di Nardo, giornalista esperto di mercato del lavoro, ci offre una panoramica di questa evoluzione in cui il modello di welfare statale sta cedendo sempre più terreno al cosiddetto welfare mix, caratterizzato dalla compenetrazione di pubblico e privato. La dimensione relazionale in cui il welfare aziendale trova espressione è quella fra impresa e lavoratori ed è proprio su questo duplice rilevamento che punta la ricerca di Doxa per Edenred del 2016 esaminata dall’autore.

Analizzando il punto di vista dei due attori principali, imprese e lavoratori, Di Nardo illustra uno studio ad ampio spettro sui programmi di welfare aziendale, esplorando in modo approfondito i servizi offerti dalle aziende, rilevandone l’offerta attuale e l’interesse futuro, facendo un bilancio sugli obiettivi e sulle difficoltà riscontrate per la diffusione e la gestione dei programmi di welfare, ma anche esaminando le prospettive di sviluppo di tali programmi e la notorietà delle agevolazioni regolamentate dall’articolo 51 del TUIR. Secondo l’autore la chiave di volta è costituita dal confronto fra le diverse posizioni di aziende e lavoratori, in cui la sintesi e la comparazione costituiscono un ulteriore strumento di orientamento nel panorama del nuovo welfare aziendale.

Leggendo quella che Di Nardo ha definito mappa delle priorità si scoprono tutti gli aspetti che i lavoratori prediligono. Un dato che ho trovato particolarmente interessante è la preminenza della flessibilità di orario, grazie alla quale i lavoratori potrebbero bilanciare più efficacemente la vita lavorativa e quella privata. Si tratta di un aspetto con cui ognuno di noi si confronta quotidianamente: inevitabilmente gli impegni privati si accumulano nel fine settimana che si esaurisce troppo in fretta, oppure spesso il lavoro invade il tempo libero attraverso i telefoni e i computer che non ci abbandonano nemmeno sulle spiagge durante le ferie estive.

Quello del “work-life balance” è diventato un tema attuale proprio perché i lavoratori considererebbero più funzionale riuscire a distribuire gli impegni privati anche nella settimana lavorativa. Attraverso il libro di Di Nardo il lettore ha la possibilità di scoprire il modo in cui le aziende stanno cercando di andare incontro a queste esigenze, quali sono i progetti in fase di sviluppo e quelli già sperimentati.

In quest’analisi attenta e approfondita, i dati raccolti e catalogati aggiungono valore all’argomento trattato senza appesantirlo, proprio grazie alla duplice prospettiva che contribuisce a rendere la lettura più dinamica e scorrevole anche per un lettore non esperto. Di Nardo, infatti, attraverso un approccio meticoloso e razionale, informa approfonditamente il lettore su tutte le sfaccettature del welfare aziendale, in modo tale da farlo arrivare preparato alle conclusioni del saggio, in cui sono inserite tutte le novità legislative relative all’argomento e permettendo così a chiunque di formarsi un’opinione oculata in merito, esaminando da vicino un’ampia fotografia della situazione attuale, in cui lo scambio lavoro – benessere sta progressivamente sostituendo lo scambio lavoro – retribuzione.

Cecilia Musulin