Carlo Messina: spostare il focus dalla semplice competenza alla persona

Può la crescita personale incidere positivamente sulla crescita del contesto professionale? Questa è la mission di Inforgroup (www.inforgroup.eu), ente di formazione che da anni sviluppa attività di ricerca, selezione e orientamento, nell’ambito della formazione e dei servizi al lavoro: integrare e adeguare il potenziale delle risorse umane e professionali ai cambiamenti, con l’obiettivo di focalizzarsi sul capitale umano per valorizzare il potenziale organizzativo dell’impresa.

La poliedricità, il coraggio e l’innovazione sono le caratteristiche principali di ogni buon progetto, secondo il Direttore Commerciale di Inforgroup, Carlo Messina: agire in contesti simili con approcci differenti creando nuovi stimoli, non avere paura di cambiare, puntare sempre al futuro, indipendentemente dall’appartenenza generazionale.

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La sua esperienza nel campo della formazione e dello sviluppo del personale, mirato al benessere in qualunque contesto lavorativo, inizia nel Consorzio Elis e si concretizza, oggi, nel Gruppo De Pasquale. Tracciamo un bilancio di queste esperienze e di questo percorso di crescita aziendale, tra difficoltà e obiettivi raggiunti.

L’esperienza nel Consorzio Elis è stata fondamentale: non solo mi ha permesso di incontrare grandi aziende multinazionali con cui sperimentare progetti complessi e di alta qualità ma, non occupandosi esclusivamente del business ma anche di persone nella loro complessità e di contesti sociali ampi, mi ha spinto a lavorare in questo campo mediante un approccio sistemico.
Da un punto di vista professionale, Elis è stata una palestra dove gli ostacoli si sono rivelati importanti opportunità di apprendimento per l’azienda, oltre che di fiducia fra capi e dipendenti: per esempio, in un momento di difficoltà come quello di un change management interno all’azienda, ho introdotto importanti novità, ho condotto progetti innovativi (Talent Accademy), ho maturato la consapevolezza che non bisogna mai mollare e concentrarsi sempre sugli aspetti positivi.

Un bambino che vuole guardare una videocassetta sarà sempre più attratto da un film già visto, piuttosto che da uno nuovo, perché questo è comodo e rassicurante. Guardare il nuovo film assieme a lui significa dargli la sicurezza e la capacità di farlo anche da solo in futuro: questo è ciò che considero un modo costruttivo di affrontare il cambiamento.

Quando ho sentito che il mio percorso in Elis era concluso, ho lasciato l’azienda e ho iniziato una nuova avventura al “Campus Bio-Medico” di Roma dove, grazie alla preziosa figura del Consigliere dell’Università Lucio Fumagalli, ho sviluppato maggiori competenze in campo manageriale. I suoi aspetti fondamentali? Visione d’insieme, disciplina e ordine.

Alla fine sono arrivato nel Gruppo De Pasquale dove ho visto l’opportunità di realizzare un progetto completo nei servizi al lavoro, ovvero poter fornire formazione alle persone in ogni momento del proprio percorso: coloro che si avvicinano al mondo del lavoro, coloro che devono aggiornare le competenze e coloro che hanno bisogno di una riqualificazione delle competenze quando fuoriescono dal mondo del lavoro.

Una cosa importante è che nelle mie realtà lavorative ho sempre utilizzato approcci diversi per fornire all’azienda stimoli nuovi: per esempio le Talent Elis, che ho contribuito a creare, sono diverse dal resto dell’offerta formativa in quanto spostano l’attenzione dalla competenza alla persona. È essenziale che le persone capiscano perché devono lavorare in un certo modo piuttosto che in un altro.

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Per quel che concerne l’innovazione strategica del Management, ha approfondito particolarmente le questioni inerenti l’interaging, vedendo nell’integrazione tra diverse età nei contesti lavorativi una vera e propria risorsa e non un limite. Come si conciliano le differenze generazionali in azienda e come si possono ricollocare le varie risorse senza rinunciare alla dignità e al valore dei vari profili umani e professionali?

Un principio intoccabile è che le persone vanno ricollocate senza ferirle perché, in caso contrario, non ci sarà mai equilibrio generazionale.
Un conto è infatti se un dipendente decide di sua volontà di uscire dall’ambito della produzione per fare coaching, ben altra situazione è se si trova costretto da circostanze esterne: in questo caso difficilmente verrà fuori un buon lavoro.
L’interaging è dunque fondamentale. Se non sono presenti tutte le generazioni, si corrono due rischi: perdere freschezza e innovazione da una parte, perdere razionalità ed esperienza nel modellare l’innovazione dall’altra. L’interaging funziona se si riescono a contenere la frenesia, tipica della “cultura della performance” dei più giovani, e le paure dei più maturi. Entrambi devono essere aperti, pronti all’apprendimento e guardare al domani.
Per i più adulti, un consiglio molto utile: prendete in mano il vostro cv, cambiatelo e identificate nuove idee per il futuro.

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Crescere, semplificare, velocizzare: tre concetti fondamentali per il benessere e lo sviluppo aziendale in ogni settore. Cosa ha significato per lei applicare un approccio sistemico nell’ambito dei suoi progetti aziendali?

Crescere: è il tentativo di conciliare gli obiettivi di crescita personale con quelli aziendali. Se non si ha volontà di crescere personalmente, l’azienda non cresce.

Semplificare: snellire la comunicazione e l’organizzazione. Mi piace molto il concetto di delega, di lavoro in gruppo con ruoli ben definiti e di crescita della fiducia personale. Per fare un esempio, fornire supporto al commerciale nel raggiungimento della quota annuale, lavorando gradualmente sulla sua autostima piuttosto che valutando a posteriori una sua prestazione, consente di prevenire problematiche e complicazioni future.

Velocizzare: le idee non servono a nulla se non si concretizzano entro un certo tempo.

Che suggerimento darebbe a chi volesse seguire le sue orme in un momento di transizione così complesso e delicato per le realtà aziendali del nostro Paese e del Mondo intero?

Poniti degli obiettivi con scadenze precise ed esci dalla zona di comfort. Entra in un’azienda guidata da un capo che trasmetta fiducia, che stimoli le persone a crescere e che sia molto esigente. Le persone che nella mia personale esperienza sono cresciute di più sono quelle che ho messo a dura prova.
Punta sui progetti, non sul posto di lavoro. Infine, quando ti rendi conto che un progetto si è concluso, lascia l’azienda. Non sentirti mai padrone di quello che fai, sentiti sempre di passaggio.

A cosa sta lavorando attualmente? Ci racconti quali sono i suoi progetti per il futuro.

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Uno dei progetti che al momento sto portando avanti è il progetto Industry 4.0. Penso sia una grande opportunità per il sistema Paese perché siamo di fronte ad una rivoluzione industriale, la quale cambia i paradigmi imprenditoriali che hanno caratterizzato gli ultimi due secoli. Questo può riportare la produzione nel nostro Paese innalzando ulteriormente la qualità di quanto prodotto.
Ciò significa dover ripensare le organizzazioni e i mestieri e incentivare modelli di servant leadership che stimolino le persone ad assumersi le responsabilità e a decidere nel momento opportuno cosa fare e, fattore imprescindibile, fare in modo che ogni persona possa sentirsi un attore importante della catena del valore alla quale si contribuisce.

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Giorgia Less