L’evoluzione della lettura nell’epoca degli smartphone e all’interno delle aziende

Leggere un libro al giorno d’oggi è diventato quasi un privilegio: le giornate sono scandite da ritmi velocissimi che non permettono di fermarsi neanche per godersi qualche istante una propria passione. Mi viene in mente il film “About a boy” con Hugh Grant dove il protagonista, un ricco single che vive di rendita grazie alla gloria del padre, scandisce le sue giornate in quote da trenta minuti da dedicare alle attività più varie.


Per una persona “normale” tutto ciò è un miraggio: è difficilissimo trovare il tempo da dedicare ad attività che non siano lavoro, traffico, cura della famiglia, della casa, insomma tempo da dedicare a se stessi. E quasi impossibile è trovare il tempo da passare in solitudine nella propria casa, isolati dal resto del mondo per immergersi completamente nella dimensione esistenziale alternativa della narrazione. “Leggere un libro” significa entrare in un luogo che ha un odore particolare: bisogna sceglierlo con cura tra tanti, magari già sapendo quale prendere o lasciandosi guidare dal proprio istinto, bisogna poter toccare la copertina, assaporarne il profumo e accarezzarne le pagine, lisce o ruvide a seconda dell’edizione.


Forse non c’è la stessa magia quando si acquista uno “scaricabile” su smartphone, forse non c’è la stessa relazione alchemica. Ma questo romanticismo sta svanendo in un’epoca in cui tutto deve essere più smart possibile e anche la lettura sta diventando, da una parte un bisogno “mordi e fuggi”, dall’altra un mercato sempre più digitale anche per questioni di sostenibilità. Il modo di approcciare alla lettura, in ogni caso, si è trasformato in una dinamica frammentata che quasi fa perdere il gusto della storia e i sapori dell’emozione: si legge dieci minuti in sala di attesa mentre si aspetta di entrare dal medico, si legge per venti minuti sull’autobus mentre si fa il tragitto casa-lavoro o si leggono due o tre pagine prima di crollare la sera tra le braccia di Morfeo.
Già nel 2015, secondo una ricerca Nielsen, il 54% dei consumatori di libri negli USA dichiarava di avere usufruito del proprio smartphone per leggere un libro almeno una volta. In Italia, da una ricerca Istat del 2016, emerge che la popolazione dei lettori è diminuita, passando dal 42% del 2015, al 40,5% nel 2016. È comunque in continua crescita il mercato digitale: più di un libro su tre è ormai disponibile anche in formato e-book, quota che sale al 53,3% per i libri scolastici. La lettura su schermo – soprattutto se piccolo – rimane però ritenuta più scomoda rispetto al cartaceo, soprattutto fra gli studenti, in quanto la memorizzazione e la comprensione delle nozioni risulta più semplice su carta.


Nel frattempo sul web si stanno sviluppando diverse comunità di lettura che promuovono il cosiddetto “Social reading”. Esiste ad esempio Wattpad, una comunità di oltre 45 milioni di persone, scrittori e lettori provenienti da diverse parti del mondo, che hanno l’opportunità di leggere e pubblicare racconti originali, o fanfiction, suddividendoli in categorie in base al genere. Oltre quindi ad offrire l’opportunità di pubblicare o leggere qualsiasi cosa, la piattaforma offre da un lato la possibilità di commentare ed eventualmente rielaborare i contenuti senza nessuna problematica nei confronti degli autori, dall’altro sminuisce la rilevanza della paternità dei testi. Un’altra grande comunità di “Social reading” è Twitteratura, per cui si sta sviluppando anche un’App – Betwyll – che permette, una volta deciso il testo da prendere in considerazione, di leggerlo simultaneamente commentandolo o riscrivendolo attraverso dei “Tweet”, in una sorta di gioco di letteratura collettiva.


La lettura è in continua evoluzione: da spazio intimo, una lettura solitaria tenendo per sé emozioni e considerazioni, a condivisione della lettura sui Social che comprende la trattazione comune di considerazioni e addirittura – inimmaginabile fino a poco tempo fa – la parafrasi o la scrittura di nuovi finali a testi importanti come ad esempio “I promessi sposi” di Alessandro Manzoni.
Perché, quindi, non provare ad utilizzare questa innovazione offerta dai Social anche in azienda?
Potrebbe essere interessante adattare la condivisione dei testi e la loro parafrasi o riscrittura alla risoluzione di problemi all’interno dei team di lavoro. Mi viene in mente un buon leader alla ricerca di una lettura, di brani adatti alle situazioni critiche in azienda che, seguendo il modello offerto dalla Twitteratura e quindi condividendoli all’interno del proprio team di lavoro, sprona le persone alla parafrasi e alla ricerca di nuovi finali per la propria storia. Potrebbe essere un momento per trasformare un hobby in un’azione sistemica che porti, con una buona dose di creatività, nuove soluzioni e nuove idee alle aziende. Mi viene in mente una serie di collane editoriali proprio per esercitare la mente alla ricerca collettiva di nuove visioni e nuovi modelli in azienda.


La lettura, in ogni sua modalità e forma, a prescindere dal supporto, dal genere e dallo scopo, è e rimarrà sempre una sana abitudine, uno dei migliori nutrienti dello spirito, che potrebbe anche migliorare le prestazioni lavorative, sia in termini di soddisfazione personale, che di raggiungimento degli obiettivi aziendali.

Corinna Moncelsi