“Il lavoro ha un futuro. Anzi tre” di Mario Mantovani. I nuovi orizzonti dell’economia

Lavoro e terremoto come fonti di trasformazione irreversibile della società da un lato, dell’ambiente dall’altro. È da questo paragone coraggioso, ma calzante che inizia l’indagine sul futuro del lavoro nel nostro Paese, ma anche nel nostro Mondo, delineata da Mario Mantovani nel suo saggio “Il lavoro ha un futuro. Anzi tre”, GueriniNext.

L’autore, vicepresidente di Manageritalia, guida il lettore attraverso un ragionamento complesso, ma accessibile anche ai non addetti ai lavori, prospettando tre scenari possibili per il mondo del lavoro. Ma procediamo con ordine.

Non è possibile prevedere giorno, ora e epicentro di un terremoto. Lo sappiamo bene noi Italiani, abitanti di una zona altamente sismica e storicamente troppo spesso impreparati a far fronte alle numerose ricostruzioni obbligate di un paesaggio naturale e antropico compromesso in modo irreversibile. Tuttavia, come spiega Mario Mantovani, lavorando in squadra è possibile ricavare molti dati utili sui terremoti, individuando le aree maggiormente soggette a rischio e cercando di prevenire gli effetti catastrofici dell’evento terremoto, per esaltarne solo gli agenti di cambiamento. Come, ad esempio, la ricerca degli esperti sulle aree a rischio, o lo svilupparsi di nuove tecnologie atte a ridurre i danni a cose e persone, oltre alla “cultura” del cambiamento da parte della popolazione, che potrebbe essere “educata” ad affrontare questi eventi nel modo migliore.

Tutte queste dinamiche che ruotano attorno al terremoto, potrebbero ripetersi e ricostruirsi nel mondo del lavoro, come epicentro di cambiamenti per la società, talvolta catastrofici e imprevedibili, ma che si possono affrontare sempre in modo costruttivo.

Come cambierà il mercato del lavoro? Entro quanto tempo è possibile fare previsioni sensate? E come si può affrontare insieme, aziende e lavoratori, questi cambiamenti epocali? È da questi interrogativi che Mario Mantovani prospetta tre scenari possibili per il mondo del lavoro e quindi dell’economia. Il primo scenario evolutivo è quello dell’immediato futuro, entro i prossimi cinque anni. Il secondo è quello rivolto ai contemporanei, entro i prossimi cinquant’anni. Il terzo, il più coraggioso e visionario, è quello che supera il cinquantennio e ci pone verso panoramiche e previsioni più ardite, ma non impossibili.

Nel primo scenario evolutivo del mondo del lavoro, entro i prossimi cinque anni, Mario Mantovani traccia il percorso di una trasformazione organizzativa e, di conseguenza, normativa, atta a superare la distinzione tra lavoro autonomo e lavoro dipendente. Questa distinzione storica, non solo nel nostro Paese, unita a quella tra settore pubblico e privato, ha spesso determinato la sensazione della disparità nel nostro sistema economico e produttivo. Mario Mantovani mira a eliminare questi limiti, reali o apparenti, superandone tutti gli ostacoli che hanno comportato fino a oggi, soprattutto a livello organizzativo.

Nel secondo scenario evolutivo, entro i prossimi cinquant’anni, Mario Mantovani prospetta la nascita dell’Era Robotica e analizza gli effetti collaterali che questa rivoluzione tecnologica avrà sul mondo del lavoro e sulla società.

L’ingresso nel terzo scenario evolutivo, quello di un futuro oltre i prossimi cinquant’anni, dipende dalla capacità di mantenere gli equilibri nel secondo scenario prospettato. Le capacità organizzative dovranno essere state affinate a tal punto nel brevissimo periodo, da rendere il meno traumatica possibile l’era segnata dal controllo delle Intelligenze Artificiali, in modo che i modelli economici che nasceranno dopo la metà di questo secolo siano plasmati sulle esigenze dell’uomo e non delle macchine.

L’analisi di Mario Mantovani è di ampio respiro, ma anche lucida e stringente. L’autore parte dalle basi della nostra attualità, ma non teme di lanciarsi in ipotesi future lontane nel tempo, in grado di sognare oltre che di progettare un miglioramento.

Ciò che colpisce più di tutto è il valore dato al lavoro di squadra a tutto tondo in ogni epoca pensata e immaginata. Solo lavorando insieme, infatti, ogni cambiamento sarà assorbito e fatto proprio, non subito e sofferto.

 

Alessandra Rinaldi

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